Il Quaderno di Polizia Cibernetica 2025: un faro sulla cybersecurity nazionale (e perché la tua preparazione conta davvero)

Il Quaderno di Polizia Cibernetica 2025: un faro sulla cybersecurity nazionale (e perché la tua preparazione conta davvero)

Viviamo immersi nel digitale. E mentre cresce la nostra dipendenza dalla tecnologia, crescono – esponenzialmente – anche le minacce informatiche.

Per rispondere a questa sfida, l’Italia ha costruito un’Architettura Nazionale di Sicurezza Cibernetica solida e articolata, coinvolgendo più attori istituzionali in un’azione coordinata di prevenzione, contrasto e difesa. Un sistema che prende forma anche grazie a strumenti come il “Quaderno di Polizia Cibernetica – Nr. 1 – Anno 2025” (Scarica qui), pubblicato dalla Direzione Centrale per la Polizia Scientifica e la Sicurezza Cibernetica.

Un documento che non si limita a descrivere la minaccia: la analizza, la contestualizza e propone un approccio strategico per affrontarla. E ci ricorda una cosa fondamentale: la sicurezza non è solo questione di tecnologia, ma anche (e soprattutto) di persone.

Cyber Threat Intelligence, incidenti e attacchi ibridi: un ecosistema in evoluzione

Il Quaderno esplora la Cyber Threat Intelligence (CTI) come strumento essenziale per anticipare le minacce e proteggere le supply chain globali, sempre più nel mirino degli attaccanti. Analizza l’uso di Threat Intelligence Platforms (TIP), che permettono la condivisione rapida e sicura delle informazioni, anche in contesti industriali (ICS/SCADA).

Si parla anche di minacce ibride, dove si fondono attacchi convenzionali e non convenzionali, e del ruolo crescente dell’Intelligenza Artificiale, usata tanto per difendersi quanto – purtroppo – per attaccare (vedi i modelli di Phishing-as-a-Service avanzati).

Gestione degli incidenti, OWASP Top 10 e cybercrime: la tecnica al servizio della strategia

Ampio spazio viene dedicato alla Incident Response: dalla preparazione alla gestione fino al recupero, con un’attenzione particolare agli effetti di secondo e terzo ordine che un attacco può generare.

Il Quaderno analizza anche:

  • le principali vulnerabilità applicative (OWASP Top 10),
  • le caratteristiche fondamentali dei firewall,
  • le tecniche in evoluzione del cybercrime,
  • l’uso del riconoscimento facciale forense, con importanti implicazioni etiche.

Il filo conduttore? La resilienza operativa, vista come obiettivo strategico per le forze dell’ordine ma anche per le organizzazioni pubbliche e private.

La variabile umana: debolezza o risorsa?

Ed è qui che entra in gioco il punto chiave: le persone.

Il Quaderno non ha dubbi: l’elemento umano è ancora oggi l’anello più debole della catena di sicurezza. E proprio per questo va rafforzato.

Come? Con:

  • formazione continua,
  • simulazioni di phishing,
  • campagne di sensibilizzazione al rischio.

La preparazione dei dipendenti è cruciale, soprattutto per contrastare minacce sempre più raffinate come il Social Engineering e i servizi PhaaS (Phishing-as-a-Service), ormai accessibili anche ai criminali meno esperti.

A pagina 50 del rapporto possiamo leggere un ampio dettaglio di Pierluigi Paganini sul Phishing-as-a-Service (PhaaS)

Non solo: un personale formato è fondamentale anche per gestire correttamente sistemi critici come il logging, il monitoraggio e la risposta agli incidenti.

La cultura della sicurezza: un obiettivo organizzativo

La gestione efficace degli incidenti non può prescindere da una cultura organizzativa che metta la sicurezza al primo posto e promuova la consapevolezza a ogni livello.

La cybersecurity, ci ricorda il Quaderno, non è un traguardo tecnico: è una missione strategica, che coinvolge persone, tecnologie e processi.

In sintesi: non è solo un documento, è un richiamo all’azione

Il Quaderno di Polizia Cibernetica 2025 non è una lettura per addetti ai lavori. È una mappa per chiunque operi in ambito digitale. Una guida per capire dove stanno andando le minacce, e come possiamo – tutti – contribuire a rendere più sicuro il nostro cyberspazio.

Formazione, consapevolezza e preparazione del personale non sono opzioni, ma leve strategiche. Investire nelle persone significa investire nella sicurezza.

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Cristian Fassi

Oltre 20 anni di esperienza nel settore IT e nella sicurezza informatica, vive in Italia da 15 anni e parla italiano. Relationship Building, B2B, Solution Selling, Key Account Development, Business Strategy for Cyber Security Awareness.

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